venerdì 27 febbraio 2015

I ragazzi incontrano i silent book in biblioteca


Mercoledì 25 febbraio in Biblioteca Venezia Mela ed Elisabetta hanno incontrato i ragazzi di una prima Media della Scuola Santa Caterina da Siena per parlare di libri senza parole. Le ho viste mezzora dopo, a dir poco, entusiaste ed esaltate. Mentre mi racconta cosa è successo Mela ha gli occhi che brillano ed è ancora elettrizzata. I ragazzi e le ragazze non volevano più andarsene dalla biblioteca e "hanno sforato" di quasi tre quarti d'ora. Immagino che per un bibliotecario per ragazzi queste siano le piccole e grandi soddisfazioni che ripagano di tutte le giornate no.

L'appuntamento in biblioteca era in realtà il secondo, mi spiega Mela. Il primo incontro (avvenuto lo scorso dicembre) è piaciuto così tanto che le insegnanti hanno chiesto di poter tornare. E ci credo che sia piaciuto così tanto, perché dopo aver presentato il luogo (cos'era - un edificio Liberty, ex cinema e cos'è oggi - biblioteca dal 2001 e parcheggio sotto) i ragazzi e le ragazze hanno ricevuto la tessera della biblioteca e hanno potuto prendere il loro primo libro in prestito. Dopodiché hanno partecipato a una vera e propria caccia al tesoro, dove il tesoro è un libro, naturalmente. Divisi in gruppetti di 4-5 hanno scoperto in modo divertente come funziona il catalogo Opac e dalla collocazione sono andati alla ricerca del libro reale.


Durante il secondo incontro, è essenziale ritrovarsi: seduti in cerchio i ragazzi e le ragazze si sono lanciati una palla morbida e via via presentati. Poi Mela ha fatto fare alcuni esercizi per "sciogliersi" e rilassarsi, per liberarsi di tutta la negatività: a partire dai muscoli facciali fino al collo e alle braccia. Per finire con qualche esercizio di respirazione (wow!).

Pronti…via.

Elisabetta ha raccontato "Viaggio" di Aaron Becker (Feltrinelli). Mi spiega che quel libro l'ha catturata subito a partire dal titolo e dalla copertina e per le sue illustrazioni bellissime e affascinanti, che ricordano delle atmosfere orientali. Ha spiegato ai ragazzi che non solo la storia è bella per il contenuto ma anche perché un libro senza parole può essere letto da tutti, perché ha un linguaggio universale. Questa è stata anche l'occasione per parlare della mostra sui silent book organizzata insieme a Ibby Italia al MUBA (ne ho parlato qui), del progetto della biblioteca a Lampedusa e per spiegare come "funziona" un libro senza parole. Mela mi ha raccontato come i ragazzi fossero "presi" durante la lettura di Elisabetta, che è riuscita a catturare l'attenzione e "far vibrare le corde interiori" dei suoi ascoltatori.

Mela ha scelto - volutamente - di raccontare solo l'inizio de "L'onda" di Suzy Lee (Corraini) per poi chiedere ai ragazzi e alle ragazze di aiutarla a completare la storia "leggendo" le immagini. Per lavorare meglio hanno utilizzato più copie del libro e mentre lei "mimava", i ragazzi e le ragazze hanno raccontato con lei. Mi immagino l'energia sprigionata da questo esercizio perché tutte le volte che ho semplicemente raccontato l'onda durante le visite per la mostra sui silent al MUBA ho sempre "respirato" un'atmosfera di piena esaltazione e, al tempo stesso, sospensione e attesa.


Dopodiché i ragazzi sono stati suddivisi in gruppi misti di quattro persone (e un unico gruppo di tre) e a ogni gruppo è stato chiesto di raccontare una storia a partire da un libro. Per l'occasione sono stati scelti: Il Libro rosso (Il Castoro), Chiuso per Ferie (Topipittori), Telefono senza fili (Gallucci), Tortintavola (Beisler editore) e Il ladro di polli (Terre di mezzo editore).
Di alcuni libri ho parlato qui e qui.
Mela mi ha detto che i ragazzi hanno presentato delle storie bellissime (inutile dire che mi piacerebbe tanto poterle leggerle e, magari, pubblicarle o parlarne sul blog se ne avessero voglia).
I ragazzi e le insegnanti sono rimasti così entusiasti che hanno deciso di proseguire il progetto. Visto che nella scuola ci sono tanti stranieri, si daranno da fare per realizzare insieme al docente di arte alcuni silent book. Sono stati invitati a metterli in mostra alla Biblioteca Venezia e a raccontarli.


Mentre i ragazzi lavoravano alla storia, Elisabetta ha consegnato a ogni gruppo delle cartoline - l'idea è nata da Francesca Romana Grasso e Marina Petruzio - spiegando loro che verranno recapitate - anche virtualmente - ai ragazzi migranti e isolani che gravitano a Lampedusa. Le cartoline che vedete sotto sono state realizzate durante l'incontro. Altre bianche sono state consegnate alle insegnanti e speriamo possano ritornare in biblioteca per essere viste e lette. Lo scopo è quello di lasciare un messaggio anche attraverso i silent book, costruendo un ponte tra ragazzi che vivono lontani.

Con questo post aderisco all'iniziativa di HomemadeMamma del Venerdì del Libro.



















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