lunedì 20 ottobre 2014

Dall'incontro della Rete di cooperazione educativa



Partecipare a convegni che diano spunti e riflessioni sull'educazione è sempre molto arricchente, soprattutto se lo scopo è mettere in rete le persone e al centro i bambini. Sono quindi molto contenta di essere riuscita ad andare al quarto incontro nazionale organizzato dalla Rete di Cooperazione Educativa lo scorso fine settimana. 
Carlo Ridolfi, una delle anime della rete, ha coordinato gli interventi del mattino mettendo l'accento sulla speranza, un termine molto azzardato di questi tempi ma che va usato con convinzione. Ha anche ricordato come la rete sia legata a un'intuizione del maestro e pedagogista Mario Lodi (scomparso il 2 marzo 2014), per creare sinergia e connessione tra le persone che in italia lavorano in campo educativo, non solo insegnanti ma anche genitori e molti altri. Lo spazio dell'educazione coincide con lo spazio del mondo, dunque qualsiasi spazio può essere educativo o diseducativo. E tutti facciamo la nostra parte.

La parola è passata a Maria de Biase, dirigente scolastica salernitana, che dopo anni sul campo a Napoli - con forte impegno civile rispetto al degrado, alle devastazioni ambientali e all'illegalità - si è spostata nel Cilento quasi una decina di anni fa provare a sperimentare una scuola differente. E in effetti, come tutte le persone straordinarie e all'avanguardia, ha portato una rivoluzione dietro di sé. Maria è arrivata in quella terra bella e selvaggia - patria della dieta mediterranea - con tanta voglia di sporcarsi le mani (non solo figurativamente parlando) e come prima cosa ha proposto un progetto di educazione alla ruralità. In più, visto che l'Italia è uno dei Paesi più a rischio per disturbi alimentari infantili, ha attuato un progetto di educazione alimentare introducendo l'ecomerenda a scuola (pane e olio al posto delle merendine confezionate). Dal 2007 il progetto si è arricchito e oggi lavorano sull'educazione ecosostenibile, di cui l'educazione alimentare è solo un percorso. Per lei non esiste una scuola senza speranza (meno male!) tanto che chiama le sue maestre affettuosamente "le speranti", ma la scuola va reinventata a partire dai bambini. I bambini ben educati possono proteggere e tutelare (e apprezzare) il proprio territorio.
Naturalmente questo percorso di cambiamento ha comportato il superamento di molti ostacoli, dovuti a iniziale diffidenza, delusione e ostilità. Ma come tutti i cambiamenti che portano il segno, ora accanto a lei ci sono persone che hanno recuperato l'amore per la propria terra. Dall'ecomerenda passare al compostaggio e alla raccolta differenziata è stato naturale. Le difficoltà che incontra questa persona meravigliosamente battagliera e tenace sta nel trovare altre persone disposte a fare rete sul territorio. 
Di questo incontro, la frase che più mi ha fatto riflettere è stata quella che "se le cose non le racconti non esistono". E dunque, ecco il potere della rete, per dare voce a queste buone pratiche. E spero nel mio piccolo di poter contribuire a far conoscere.
Nel frattempo Maria è diventata reggente in 19 plessi, raccogliendo tra le realtà che le competono anche piccole scuole dove non avveniva la raccolta dell'olio esausto. Aprendo la scuola al territorio e alla sapienza degli anziani, creando una vera e propria comunità accanto alla scuola, la soluzione è stata presto trovata e ora con l'olio si fanno i saponi. E la merenda si è arricchita con i prodotti dell'orto, coltivato da un'intera comunità, preparata da genitori, bidelli e maestre.
Ciliegina sulla torta, da diverso tempo si sono iscritti anche al movimento "transiction town". Se approfondite aprite molte nuove strade. Vi consiglierei di partire da qui. Trovate anche il video youtube sull'ecomerenda.
Poiché gli spunti sono molti, vi rimando a un prossimo post, dove spero di raccontare altro su questo illuminante convegno.

PS Notizia dell'ultima ora: Maria De Biase è tra i finalisti del premio Cittadino europeo per il suo lavoro. Qui potete leggere la sua nota appassionata, che vi fa comprendere anche meglio chi è questa donna straordinaria.

4 commenti:

  1. "Se le cose non le racconti non esistono" è una riflessione che avevo già sentito. Non ricordo dove né quando ma il concetto è indimenticabile!

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  2. Sì, dobbiamo ricordarcene spesso, per dare valore a quello che facciamo, a quello che siamo. Forse la citazione viene da qui "Qualcuno ha detto che le cose non esistono se non abbiamo le parole per chiamarle." Gianrico Carofiglio, da "Non esiste saggezza"

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  3. Maria di Biase è la prova che la tenacia e l'impegno in qualsiasi campo, pagano; ma richiede lavoro, tempo e amore per quello che fai. Lei ha questo e altro!

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  4. Una donna davvero in gamba, un esempio per tutti. Tu la conosci direttamente?

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