lunedì 9 giugno 2014

Tempo di bilanci e riflessioni





Chiusa la scuola primaria di Marco (giovedì le prime "pagelle"), quasi conclusa l'esperienza al nido di Andrea, con l'arrivo dell'estate è tempo di bilanci, personali e professionali.
Oggi mi dedico a riflessioni a ruota libera, perché è un periodo che avverto una duplicità nella mia vita, più che mai. Da un lato sento e vedo amici e amiche in seria difficoltà, personale soprattutto, ma anche professionale. E vorrei aiutarli. Ma non so come, se non iniziando a dimostrare affetto. Ma forse l'affetto e l'ascolto, l'esserci non basta. E forse non si ha tempo di farlo nei modi e nei tempi giusti. E poi sono una che quando si sente chiamata dagli amici, parte in quarta. E forse lo farò. almeno per alcune persone che mi stanno a cuore. Per quel che posso fare.
Dall'altro sono in fermento - soprattutto professionale - perché sento che nell'aria c'è voglia di cambiamento. E perché penso che il cambiamento avvenga a partire dalle piccole cose e perché credo nella rete. La rete reale, quella delle persone, che possono anche incontrarsi in rete e fare rete virtuale. Le due cose magicamente si mescolano.
E sono in fase di progettazione e ridefinizione di quello che sono e che voglio fare "da grande".

Mi piacciono poi gli intrecci tra le persone, anche Milano è piccola quando scopri le relazioni tra le persone e amo molto l'idea dei "sei gradi di separazione". Mi appartiene, sono così. E' una delle cose che mi piace e diverte di più. Riprendendo da Wikipedia "La teoria dei sei gradi di separazione in semiotica e in sociologia è un'ipotesi secondo cui qualunque persona può essere collegata a qualunque altra persona o cosa attraverso una catena di conoscenze e relazioni con non più di 5 intermediari." E a parte la vita reale, nella quale mi succede spesso di trovare questo intreccio,  poi c'è anche il film. Magistrale e teatrale, con un giovane Will Smith e un Donald Sutherland in gran forma. Se non l'avete visto, vi consiglio di provare a gustarvelo. Richiede un giorno di calma però, non è un film frettoloso come molti che vanno adesso. Ho scoperto anche che su questa teoria c'è un articolo uscito sul Corriere della Sera relativo a un nuovo utilizzo di Linkedin.
In realtà, per quel che mi riguarda, con Linkedin è successo il contrario, ho iniziato a dare amicizia a persone che ho conosciuto personalmente e non professionalmente, sarà perché come mamma, nella mia "piazzetta" conosco persone davvero interessanti e sono partita da loro. Dalle persone concrete. E poi ne ho conosciute virtualmente molte e molte altre. Virtuali. Che ora continuano a chiedermi amicizia.

E tornando alle persone, per chiudere il cerchio delle riflessioni che hanno detto tutto e raccontato niente, non posso non pensare a due persone che non ci sono più e che mi mancano tanto. Soprattutto in questo periodo. Due persone diverse, meravigliose, che hanno segnato e disegnato il mio destino, in modo piacevole: Meris Rabani e Ilaria Vinassa de Regny.
Meris è stata la mia "Maestra" di pittura, la persona che ho frequentato dall'età di undici anni fino all'Università, una volta alla settimana, e poi rivisto continuamente anche con i miei bimbi, finché purtroppo ci ha lasciati definitivamente a gennaio del 2013. Ma continua a essere con me, nel mio cuore, con il suo fare ingenuo, le sue facce buffe e incantate (nonostante anche l'età) e al tempo stesso l'amore e la passione per la pittura che mi ha trasmesso.
Ilaria Vinassa de Regny se n'è andata invece troppo presto - il 22 maggio del 2012 - lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile nella divulgazione della scienza a Milano.
Difficile definire Ilaria con poche parole; sicuramente combattiva (e ha combattutto molto nella sua vita, soprattutto con il male che l'ha accompagnata per dieci anni, ma anche per molte altre cose, personali e professionali), abile, vulcanica...
A entrambe dedicherò prima o poi un post, per raccontare chi erano e cosa hanno lasciato. Almeno a me, ma non solo a me, a molti. A tutte le persone che le hanno amate o conosciute soltanto.

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